Le tipologie di Olio

Le denominazioni commerciali sono rigorosamente codificate dall’Unione europea nella direttiva 136/66/CEE. Il regolamento CE 2568/91 e in ultimo il regolamento CE 1989/03[2] individuano le categorie di oli di oliva riportati nella tabella sottostante.

Denominazione Acidità (%) Note Cere mg/kg
Olio extravergine di oliva ≤ 0,8 È ottenuto tramite estrazione con soli metodi meccanici. ≤ 250
Olio di oliva vergine ≤ 2,0 È ottenuto tramite estrazione con soli metodi meccanici. ≤ 250
Olio di oliva lampante > 2,0 È ottenuto tramite estrazione con soli metodi meccanici, ma non è utilizzabile per il consumo alimentare. ≤ 300
Olio di oliva raffinato ≤ 0,3 È ottenuto tramite rettificazione di oli vergini lampanti con metodi fisici e chimici e successiva raffinazione. ≤ 350
Olio di oliva composto di oli di oliva raffinati e oli di oliva vergini ≤ 1,0 ≤ 350
Olio di sansa di oliva greggio È ottenuto per estrazione con solvente dalle sanse. Presenta una concentrazione di cere > 350 mg/kg. > 350
Olio di sansa di oliva raffinato ≤ 0,3 È ottenuto tramite raffinazione. > 350
Olio di sansa di oliva ≤ 1,0 > 350

Olio di oliva “extra vergine

La normativa europea (Regolamento CEE n. 2568/91 e successivi aggiornamenti) ha fissato gli standard qualitativi minimi che l’olio di oliva deve presentare per poter essere commercializzato con la dicitura “Olio Extra Vergine”. Deve essere ottenuto tramite estrazione con soli metodi meccanici a freddo, ossia a temperature controllate inferiori per legge a 28 gradi. L’acidità di un olio extravergine non deve mai superare lo 0,8%.

Olio di sansa di oliva

La sansa di olive è ciò che resta dopo l’estrazione dell’olio e da essa è possibile estrarre ancora olio residuo: la sansa, a seconda del tipo di frantoio, contiene infatti dal 3% al 6% di olio. La sansa proveniente da frantoi tradizionali (con presse) contiene circa il 6% di olio mentre la sansa da frantoi moderni, i cosiddetti frantoi continui, ne contiene circa il 3%. Questo olio, detto olio di sansa grezzo, viene estratto industrialmente, nei sansifici, per mezzo di solventi chimici, ma non è commestibile: attraverso un trattamento di raffinazione si ricava l’olio di sansa di oliva raffinato, che ancora non è commestibile; solo dopo l’aggiunta di una percentuale non meglio specificata di olio di oliva vergine esso diviene commestibile ed è denominato olio di sansa di oliva. Questo prodotto è l’unico olio derivante dalle olive a subire il processo di estrazione con solventi ed è quindi l’unico olio derivante dalle olive che può essere paragonato alla gran parte degli oli di semi che si trovano in commercio. Difatti la gran parte degli oli di semi in commercio viene estratto utilizzando lo stesso processo. Tuttavia, l’olio di sansa di oliva mantiene invariata la composizione in acidi grassi rispetto all’olio di oliva, cioè con un alto tenore di MUFA (mono unsatured fatty acid) con percentuali del 60-85%.

 

(Wikipedia)

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